First, I commend Lord Donald ANDERSON for the quality of his report, to which I wholly subscribe. It is worth us all reflecting on the report as we celebrate the 70th anniversary of this Organisation. A Magnitsky Act would constitute a new season for human rights. We have tried to tackle these issues in this Chamber and sanctions have been used to try to clamp down on certain human rights violations, but ultimately they tend to end up affecting the population at large, and they are the victims of these human rights abuses. The sanctions fail to impinge on the people who cause the human rights violations. The Magnitsky case is therefore emblematic; it has come to stand as a symbol. We need to remember someone who had the courage to stand up and defend the rule of law, as well as the principles that underpin this institution, as a lawyer and lawmaker in his country, and who paid the price with his own life and personal suffering. His name has come to stand for the following: people who abuse the rule of law should fear the consequences.
Those who breach human rights tend to squirrel away their money outside their country’s borders to keep it safe. We need to change our legislation to make sure that it is no longer the case. If that were so, a Magnitsky Act would make it possible to overturn that approach. It would no longer be possible for offenders to find a safe harbour for their money.
As those who seek to defend the rule of law, we have been working on this matter for several months in Italy. It is by no means straightforward to transform all our different legal systems, particularly my own, which is very different from those of the United States, Canada and the United Kingdom. That is why we would like to see this legislation become a constructive model.
I thank my group for allowing me to speak on this matter and urge you all, from the bottom of my heart, to approve the resolution. Thank you.
Je félicite Lord Donald ANDERSON pour la qualité de son rapport. Je partage pleinement ses analyses et ses conclusions. Je vous invite, toutes et tous, à réfléchir à la portée du vote que nous nous apprêtons à effectuer dans un instant.
Nous ouvrons une nouvelle époque pour les droits de l’homme. Nous en parlons souvent, ici comme dans nos parlements nationaux. Toutefois, une question continue à nous tarabuster : comment concevoir des sanctions qui ne conduisent pas à pénaliser des innocents ? Trop souvent, en effet, l’on constate que les sanctions générales frappent des populations entières, mais très peu les personnes que l’on souhaitait punir. Le cas Magnitski est symbolique à cet égard, et les lois Magnitski doivent être des lois d’un nouveau genre.
Nous avons admiré Magnitski pour son courage. En tant qu’avocat, en s’appuyant sur les lois de son propre pays, il a voulu faire triompher la justice et il l’a payé de sa vie, au terme de bien des souffrances. En dépit des risques qu’il encourait, il a tenté de faire triompher l’État de droit. Il ne faudrait pas que d’autres appréhendent les conséquences d’une action du même type ni, à l’inverse, que certains puissent tirer profit de leurs crimes – parfois même, dans certains cas, en exportant les produits de ces crimes. Les auteurs de crimes doivent savoir qu’ils ne seront jamais à l’abri, et que leur patrimoine ne le sera pas non plus. Les lois Magnitski nous procurent l’occasion de leur faire comprendre que l’État de droit les poursuivra jusqu’au bout et qu’ils ne pourront pas profiter de leurs crimes.
Certes, nos réalités juridiques varient significativement d’un pays à l’autre. En Italie, le système juridique est très différent de celui des États‑Unis ou du Canada. Il sera donc peut‑être compliqué de mettre en place un nouveau système. Mais nous allons nous y atteler.
Je remercie nos collègues d’avoir contribué à ces réflexions. Je vous demande à toutes et tous d’approuver le rapport.
Signora Presidente, signore colleghe, signori colleghi, innanzitutto mi complimento con Lord ANDERSON per la qualità della sua relazione, che condivido completamente.
Vorrei chiedere davvero a tutti di riflettere sull'importanza di questo voto nel settantesimo anniversario di questa istituzione; le leggi Magnitsky sono una opportunità di provare a pensare a una nuova stagione di lotta per i diritti umani, che affronta anche quel tema che tante volte in questa Aula e nei nostri parlamenti nazionali abbiamo provato ad affrontare, cioè come le sanzioni che tradizionalmente vengono utilizzate per colpire alcune violazioni dei diritti umani finiscano per colpire soprattutto le popolazioni di quei paesi che magari sono esse stesse vittime di quella violazione dei diritti umani, e non colpiscano, invece, le persone che davvero sono le cause della violazione di quei diritti umani.
Il caso di Sergei Magnitsky è un caso emblematico, ma è diventato oggi, nel mondo, un simbolo; forse il modo migliore da parte di tutti noi per ricordare una persona che ha avuto il coraggio di difendere lo stato di diritto – che è uno dei principi di queste istituzioni – nel suo paese, appellandosi alle leggi del suo paese, come avvocato, come uomo di legge del suo paese, e che ha dovuto pagare con la propria vita e anche con la propria sofferenza per aver deciso di difendere, a fronte del pericolo, lo Stato di diritto, è fare in modo che il suo possa diventare un nome che nel mondo significa, per chi decide di violare i diritti umani, avere paura delle conseguenze delle proprie azioni.
Molto spesso, chi si fa carico di violare i diritti umani mette al sicuro le proprie risorse, anche al di fuori del proprio paese, perché sa bene che quando si esce dallo Stato di diritto non c'è più certezza per nessuno, neanche per se stessi, perché quella situazione può essere modificata. Ebbene, in questo caso le leggi Magnitsky diventano qualche cosa che mette nella condizione di rovesciare questa medaglia e di far diventare questa situazione di illegalità un pericolo anche per chi la esercita e quindi costituiscono la possibilità di comprendere l'importanza per tutti dello Stato di diritto.
Io ci ho lavorato negli ultimi mesi in Italia e non è semplice tradurre queste leggi in tutte le diverse forme giuridiche. Non è semplice per quella del mio paese – che è molto diversa dal modello americano, inglese, canadese – tradurre questo tipo di legislazione. Ma l'invito che viene dato a questa legislazione diventa davvero un modello costruttivo e positivo.
Devo ringraziare il mio Gruppo per avermi permesso di argomentare su questo provvedimento. Chiedo a tutti voi, davvero, con il cuore e con la mente, di provare ad appoggiarlo. Grazie.