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28 January 2020 afternoon

2020 - First part-session Print sitting

Sitting video(s) 1 / 1

Opening of the sitting No. 4

Debate (continued): The functioning of democratic institutions in Poland

Vote: The functioning of democratic institutions in Poland

Mr Giuseppe FASSINO

Italy

16:26:07

Grazie Presidente. L'emendamento mette in evidenza il contrasto tra l'imparzialità e l'indipendenza della Corte Suprema e la parzialità del Consiglio Nazionale e Giudiziario. Quindi da questo punto di vista è un paragrafo importante perché sottolinea appunto uno dei punti di crisi più significativi del sistema giudiziario polacco.

Mr Maurizio BUCCARELLA

Italy, NR

16:34:20

Grazie Presidente. L'emendamento apporta delle piccole modifiche a una parte del testo del paragrafo numero 10, specificando che la notizia dei procedimenti disciplinari, non solo nei confronti dei magistrati polacchi, non è basata solo su credible reports ma sono dei fatti riportati da credible reports. Inoltre viene anche stigmatizzato l'incardinamento di procedimenti disciplinari nei confronti di magistrati, anche nel caso in cui si adeguino alle pronunce della Corte di Giustizia Europea del 19 novembre 2019, o ne richiedano un parere preventivo. Quindi riteniamo, noi sottoscrittori, che l'emendamento possa rafforzare, o meglio specificare, la portata del paragrafo 10. Grazie.

Mr Maurizio BUCCARELLA

Italy, NR

16:37:35

Grazie Presidente. L'emendamento vuole inserire nel testo la preoccupazione, già espressa da altri membri dell'assemblea, sui recentissimi provvedimenti legislativi della Camera del Parlamento polacco. Il riferimento è a un provvedimento del 23 gennaio scorso che rafforza, temiamo, il potere politico su quello giudiziario e riteniamo che questa inaccettabilità già espressa da diverse voci debba essere sottolineata nell'approvazione di questo emendamento.

Debate: Threats to media freedom and journalists’ security in Europe

Mr Roberto RAMPI

Italy, SOC

17:20:43

Signora Presidente, signori colleghi. La relazione del collega Lord George FOULKES è molto puntuale. Noi assolutamente la appoggiamo. Le minacce ai giornalisti e alla libertà di stampa sono numerose e sono diverse. In questa relazione ce ne sono di quelle gravissime, lo dicevano alcuni colleghi prima, è quasi impensabile che nel 2020 ci siano giornalisti che sono stati uccisi, che abbiano perso la vita, che siano in galera. Ma ci sono purtroppo anche molte minacce e molte molti rischi per i giornalisti anche molto più subdoli, molto meno evidenti. Anche nel mio paese molti giornalisti subiscono ad esempio quello che abbiamo trattato in altri casi e che chiamiamo il discorso dell'odio. Se provi a fare un reportage a proposito dei migranti e racconti la condizione di vita di quelle persone in maniera oggettiva, semplicemente portandoti con una telecamera su una di quelle navi, per giorni e giorni successivi riceverai minacce in rete, riceverai messaggi di odio e riceverai magari anche qualche proiettile a casa. Questo è successo. Il che significa che quella persona che oltre a odiarti conosce anche il tuo indirizzo personale. Nel mio paese ma anche in molti altri, sono minacciate le libertà di stampa quando ad esempio non si sostengono radio come Radio Radicale. Ne abbiamo parlato in una risoluzione di questa assemblea e l'abbiamo difesa. Vi assicuro che il vostro impegno è stato fondamentale per evitare che il precedente governo italiano chiudesse i fondi a una storica radio di servizio pubblico pur nata da un'iniziativa non statale. Ma di fronte a un servizio pubblico, quello italiano, che sempre di più, ma sono i dati che lo dicono, non racconta in maniera oggettiva i fatti. Le presenze in televisione dimostrano che non c'è questa oggettività. Ecco, io credo che noi dobbiamo essere molto preoccupati per questo. Per quale ragione? Perché dobbiamo sempre ricordarci che questo luogo nasce esattamente in questa direzione. Che la democrazia non è solo votare. Votare è l'elemento minimo della democrazia. La democrazia è arrivare preparati al momento del voto. E uno dei pilastri della democrazia è la libertà di informazione. Se si impedisce ai giornalisti di fare il loro mestiere, e lo si può impedire appunto in tanti modi: eliminandoli, mettendoli in prigione oppure impedendogli di farlo con le minacce, con la riduzione delle loro libertà, con la riduzione delle loro garanzie economiche. Se viene meno questa possibilità di agire dei giornalisti, anche in un paese in cui c'è apparentemente la libertà del voto, quel voto non è più libero, perché le persone non hanno più gli strumenti di conoscere per deliberare. Che è una frase famosa di un grande presidente della repubblica, italiano, che io credo sia alla base di questo bellissimo rapporto del collega Lord George FOULKES. Grazie.

Mr Manuel VESCOVI

Italy, EC/DA

18:56:37

Grazie Presidente. Io vorrei porre il punto su una questione importante. Siamo tutti d'accordo sulle belle parole della risoluzione dove i giornalisti devono essere difesi. Ci mancherebbe altro, non difendere la categoria di giornalisti. Poi come tutte le categorie, qualsiasi categoria ha delle persone, il 95-98% di persone buone e poi magari un 2% che fanno male il loro lavoro. Per cui noi sulla risoluzione, nell'aspetto del contenuto generale, non possiamo dire nulla. Però voglio entrare nel merito di una questione invece che ci riguarda da vicino, Signor Presidente. Prima volevo anche rispondere al collega Mr Jacques LE NAY, che ha definito che ha paura che il populismo è tornato. Bisogna rispettare i voti dei cittadini delle altre nazioni. Io rispetto i cittadini francesi che votano e sono liberi di votare chi vogliono, e lui deve rispettare i cittadini italiani che decidono che parlamento vogliono. Ecco. Per cui sono cittadini. Non andiamo a definire in modo sprezzante chi vota magari non la loro categoria. Entro nel merito della risoluzione e lo voglio mettere agli atti, perché non ci si trova qui in questa risoluzione dove scrivete, e a mio avviso con molto scandalo, che questo è uno dei paesi, cioè l'Italia, il mio, dove le autorità hanno mostrato grande ostilità nei confronti dei giornalisti, particolarmente durante il periodo giugno 2018 e agosto 2019, sotto il governo 5 Stelle-Lega. Per cui fate da un concetto generale un qualcosa di particolare dove andare ad attaccare che cosa? Due ministri, poi leggiamo, che secondo voi, secondo questa risoluzione, non lo sono stato. Ma allora perché non dite niente, e io vorrei mettere questo agli atti, quando Repubblica dice "cancelliamo Salvini". Cioè un giornale come Repubblica fa un'affermazione gravissima. Io, Presidente, questa gliela do perché la voglio mettere agli atti. Dove una testata giornalistica attacca in modo veemente. "Cancelliamo" vuol dire eliminiamo. Ecco. Allora questo parlamento si deve fare una riflessione generale, non entrare nel particolare dei singoli aspetti dei giornalisti. Ma che cosa c'è dietro? Non facciamo di questa assemblea attacchi politici a degli stati, perché sennò una risoluzione bella e importante come questa potrebbe denigrare in attacchi politici perché uno prende da giugno 2018 ad agosto 2019. Non considerando questo, che io la prego di metterlo agli atti, perché questo è qualcosa nel nostro paese di vergognoso che dovrà essere letto dalla sinistra alla destra, perché determinati termini non si usano sui giornali. "Cancelliamo" non si usa. Grazie, Presidente.

Mr Alberto RIBOLLA

Italy, EC/DA

19:09:46

Grazie Presidente. Ringrazio Lord George FOULKES per il lungo documento steso che ho avuto modo di esaminare in dettaglio anche in commissione. Siamo probabilmente tutti d'accordo nell'affermare e nel condannare la linea ostile nei confronti dei giornalisti e le minacce alla loro sicurezza. Vorrei però soffermarmi, nel mio breve intervento, sulla relazione dove si fa riferimento al mio paese, l'Italia, nel quale la libertà d'informazione non è messa assolutamente in discussione, al contrario di quanto si afferma nella relazione. Infatti, anche in questo caso mi duole però constatare che non si perda l'occasione per attaccare il leader del principale partito politico italiano, la Lega di Matteo Salvini. Secondo la relazione, Matteo Salvini ha avuto una linea particolarmente ostile nei confronti della stampa e dei giornalisti.

Tra l'altro si cita il fatto che avrebbe chiesto di togliere la scorta al famoso giornalista italiano Roberto Saviano. Voglio ricordare che Saviano ha definito Salvini un "manipolatore bugiardo", e che Salvini sarebbe per Saviano una persona che "inneggia al nazismo". Sono affermazioni vergognose e gravissime da parte di un giornalista che ha partecipato tra l'altro a una manifestazione di piazza proprio contro Matteo Salvini e contro la Lega con 25.000 persone. Diversi colleghi giornalisti, e quindi non Salvini, si sono domandati se, vista l'occasione, fosse ancora necessaria la scorta per Saviano.

Ho detto all'inizio che le azioni ostili nei confronti dei giornalisti sono da condannare. Certamente, lo ripeto. Ma le azioni ostili dei giornalisti nei confronti dei politici? Questa è la vergognosa prima pagina, l'ha già mostrata il mio collega Manuel VESCOVI, del giornale La Repubblica di qualche giorno fa, del 15 gennaio. La Repubblica è uno dei principali quotidiani italiani. Si legge "cancellare Salvini" in prima pagina. Chi minaccia? Chi è ostile? Matteo Salvini o qualche giornalista fortunatamente in minoranza? È una riflessione che lascio all'aula. Un problema che lascio all'aula e a voi parlamentari. È una riflessione, un problema, che riguarda certamente l'Italia, ma probabilmente anche tanti altri vostri stati. Grazie.

Mr Alvise MANIERO

Italy, NR

19:28:19

Grazie Presidente. L'importanza di salvaguardare la libertà di informazione, quindi i cani da guardia del potere, non ha bisogno di essere descritta. Però secondo me dobbiamo anche avere la consapevolezza che questi rapporti che facciamo non sono perfetti. Io ne condivido lo spirito generale ma alcuni appunti li devo fare. Allora, quando noi garantiamo, come dobbiamo fare, la libertà dei giornalisti dobbiamo anche ricordare che quella libertà va assieme alla responsabilità verso il rispetto di tutti gli altri diritti che noi siamo qui a tutelare. E vi faccio un esempio. Nella relazione su cui si basa questo rapporto diversi errori sono stati corretti. Io ringrazio l'ottimo lavoro, the excellent work del rapporteur. Altri rimangono. Quando noi vediamo delle testate giornalistiche che in prima pagina parlano di una donna, di una politica, di un sindaco, chiamandola "patata bollente", "hot potato", che nella mia lingua ha uno specifico e degradante riferimento agli organi genitali femminili. Allora, quello non è giornalismo, e io nella relazione non posso condividere chi ha deciso di denunciare come attacco del governo alla libertà di informazione un politico, Luigi Di Maio, che ha chiamato quei giornalisti "sciacalli". Secondo me è un termine appropriato e non è proprio né di un giornalista, né di un uomo, chiamare una donna in quel modo su un giornale. Chiunque di noi si vergognerebbe di fronte a una cosa del genere. Io ne sono convinto. Ma al di là di questo, dicevo che io approvo lo spirito generale, nonostante le imperfezioni inevitabili di questo rapporto come ogni rapporto che facciamo. Se però vogliamo garantire i giornalisti, noi lo dobbiamo fare dappertutto. Non solo in alcuni stati. E forse, un esempio di qualcosa che potremmo integrare che ora manca in questo rapporto è portato da alcuni emendamenti che io avevo molto raccomandato e sono felice alcuni colleghi hanno proposto. Sono degli emendamenti che parlano di Julian Assange. E che fanno uno specifico riferimento a raccomandazioni di un altro rappresentante, un inviato speciale delle Nazioni Unite, proprio sulla tortura e sui trattamenti inumani, che specifica quanto duramente, ingiustamente e inumanamente è stato trattato questo prigioniero e di quanto sia importante evitarne l'estradizione verso altri paesi che potrebbero non garantire i suoi diritti. Ora io non voglio fare i nomi di questi paesi, perché non mi interessano. Quello che mi interessa è la garanzia di questi diritti e la loro difesa al di là di ogni confine. Quindi io mi raccomando e mi congratulo in anticipo con i miei colleghi per il coraggio che avranno. Io spero che approveremo quegli emendamenti, quel loro spirito, perché allora anch'io potrò con gioia approvare questo rapporto. Grazie mille a tutti.

Vote: Threats to media freedom and journalists’ security in Europe

Closing of the sitting No. 4 at 20:15

Next sitting Wednesday 29 January at 10:00 am