Grazie, Segretario Generale.No, io le voglio porre una domanda che è legata agli eventi che più da vicino investono il Mediterraneo.
Dalla Libia all'Iraq noi siamo di fronte a conflitti e crisi che hanno molte criticità, una delle quali ci investe direttamente come Consiglio d'Europa, e mi riferisco alle conseguenze umanitarie sui diritti civili umani che queste crisi producono. Dai milioni di profughi alle vessazioni delle donne e i bambini, ai prigionieri che vengono torturati e sommariamente giustiziati.
Allora come il Consiglio d'Europa può secondo lei concorrere a garantire che i fondamentali diritti umani e civili possano essere tutelati e rispettati in uno scenario così drammatico?
Grazie.
Sarò più breve, per favorire i nostri lavori.
Dalla Libia all'Iraq, come lei sa, c'è una una situazione di conflittualità e di crisi molto complesse. Tutte queste crisi producono anche delle conseguenze umanitarie di violazione dei diritti civili pesanti. Milioni di profughi, condizioni di vessazioni di abusi su centinaia di migliaia di donne, bambini che crescono nella guerra e nelle sofferenze, prigionieri torturati e sommariamente uccisi.
Allora tutto questo richiama il grande tema della tutela dei diritti civili, ci riguarda, e quindi: come il Consiglio d'Europa può agire per favorire che i fondamentali diritti civili e umani siano rispettati e siano tutelati?
Mi scuso, Presidente, ma stavo lavorando con un collega ed ero fuori posto.
No, io credo che la discussione che stiamo provando a tenere in queste ore, in questi minuti, sia fondamentale per il futuro del Consiglio d'Europa. Ci siamo già tornati sopra diverse volte. Io personalmente sono qui da poco più di un anno ed è già la terza volta che tentiamo di riflettere, di fatto, su qual è la nostra natura, e di conseguenza su quali regole ci dobbiamo dare per rispondere alla nostra natura.
È stato detto nel dibattito da diverse persone, io credo che le proposte che vengono fatte siano molto efficaci dal punto di vista concreto. Ma lo ritengo e do questa valutazione perché sono convinto di una impostazione di quella che è la natura di questa assemblea. La natura di questa assemblea non è quella della insegnante che deve tracciare sulla lavagna la linea dei buoni e dei cattivi, anche perché il giorno che abbiamo tracciato la linea dei buoni e dei cattivi e abbiamo scritto qualcuno dalla parte dei cattivi, i cattivi, supposto che siano tali, rimangono cattivi anche il giorno dopo, non abbiamo conseguito nessun risultato.
Invece la funzione di questa assemblea è creare delle occasioni, dei momenti di discussione, e dobbiamo decidere se ci crediamo che la discussione serva a qualche cosa. Noi siamo tutti parlamentari e questa è un assemblea parlamentare, è anche l'unicità di questa istituzione internazionale, di essere un'assemblea di parlamentari, che, mentre rimangono in carica nei loro paesi e svolgono la funzione legislativa nei loro paesi, trovano delle occasioni, delle sessioni in cui confrontarsi tra di loro.
Crediamo che il parlamento abbia ancora una funzione? Pensiamo che le democrazie parlamentari abbiano una funzione? Beh, la funzione dei parlamenti e quella di discutere, di confrontarsi e di far uscire da quella discussione, da quel confronto qualche cosa di nuovo, qualche cosa di inedito, che prima del confronto non c'era. E questo è quello che noi dobbiamo fare in questo luogo. Nella contaminazione anche che avviene tra i diversi parlamentari.
Io ho detto in una riunione col mio gruppo, citando un grande politico italiano del passato, è stato un parlamentare europeo, Marco PANNELLA, è stato un visionario, un transnazionalista, che bisogna convincere e non vincere. Queste erano le parole di Marco PANNELLA, quando qualcuno vince, non vince mai nessuno, quando si convince, si vince insieme, cioè vincono tutti.
E questa è la strategia secondo me che è contenuta in questa proposta e il motivo per cui io sono convinto che la dovremmo tutti sostenere.
Grazie.