Undersecretary of State of the Ministry of Foreign Affairs and International Co-operation of Italy
16:24:28
Signor presidente dell'assemblea parlamentare,
Signora segretaria generale del Consiglio d'Europa,
Signore e Signori membri del Parlamento,
Ambasciatrici e Ambasciatori,
Signore e Signori,
Mi consenta innanzitutto signor Presidente di unirmi a lei per le parole che lei ha rivolto al Primo Ministro ucraino che è intervenuto in diretta ai nostri lavori.
Nel mio intervento alla prima parte della sessione annuale dell'assemblea parlamentare Il 25 gennaio scorso, riaffermai il convincimento dell'Italia, e mio personale, che il Consiglio d'Europa è una parte fondamentale dello sforzo collettivo per far fronte alle sfide globali, emblema continentale della tutela dei diritti umani e delle libertà fondamentali ed espressione di una vocazione multilaterale nella quale l'Italia si riconosce pienamente.
Ci troviamo oggi, a poco più di 2 settimane dall'avvio dell'attacco russo all'Ucraina, un attacco premeditato, nonostante fino all'ultimo le autorità russe abbiamo parlato di "esercitazione ai confini".
Abbiamo assistito e continuiamo ad assistere a uno Stato membro del Consiglio d'Europa che aggredisce, invade e uccide civili di un altro Stato membro. Questa ripugnante guerra di aggressione, non provocata, ingiustificata e ingiustificabile, contraria a tutte le più elementari norme del diritto internazionale e considerazioni di umanità, sta continuando ad alimentare una delle più gravi catastrofi umanitarie in Europa dal secondo Dopoguerra ad oggi, se non la più grave.
L'offensiva russa prosegue senza sosta e in aperta violazione delle norme del diritto internazionale umanitario, colpendo indiscriminatamente bambini, donne, anziani, malati, disabili, ospedali e scuole e altre infrastrutture civili o critiche, incluse persino quelle nucleari, provocando sofferenze indicibili alla popolazione ucraina.
La Federazione Russa e la Bielorussia, sua alleata in questa orrenda campagna militare, ne hanno la piena responsabilità e i responsabili, mandanti ed esecutori dovranno rendere conto dei loro crimini.
Abbiamo accolto quindi con soddisfazione la decisione del procuratore generale della Corte penale internazionale di aprire motu proprio, un'indagine sui crimini di guerra commessi in Ucraina, di cui già si stanno raccogliendo le prove; nonché l'attivazione della Corte europea dei Diritti dell'Uomo da parte del Governo ucraino per l'individuazione di interim measures contro la Federazione Russa.
L'Italia ha anche sostenuto con forza le iniziative promosse dall'Ucraina nell'ambito del Consiglio per i diritti umani alle Nazioni Unite per denunciare il drammatico impatto del conflitto sui diritti umani e assicurare piena accountability per le violazioni commesse, appoggiando e promuovendo attivamente l'istituzione di una Commissione d'inchiesta sulle violazioni agli abusi dei diritti umani e del diritto umanitario nel contesto dell'aggressione russa.
In ambito OSCE ci siamo uniti all'attivazione del meccanismo di Mosca sulla dimensione umana, attraverso il quale si darà ha mandato a una missione di esperti indipendenti di raccogliere informazioni ed evidenze su violazioni ed abusi commessi nell'ambito della guerra della Federazione Russa contro il popolo ucraino.
Ricordo, peraltro, l'appello rivolto dai leader dell'Unione europea al Consiglio europeo di Versailles e alla Federazione Russa di rispettare pienamente i suoi obblighi ai sensi del diritto umanitario internazionale, garantendo un accesso umanitario sicuro e senza ostacoli alle vittime e agli sfollati interni e consentendo un passaggio sicuro ai civili che vogliono lasciare il paese.
A una tale barbarie che ci riporta nelle pagine più buie della Seconda Guerra Mondiale, la comunità internazionale non poteva restare indifferente. L'ampiezza del fronte politico diplomatico avverso a Mosca è dimostrata dalla risoluzione dell'assemblea generale delle Nazioni Unite approvata il 2 marzo a maggioranza di 141 voti, con soli 5 contrari.
Numeri che integrano la condanna pressoché unanime del mondo intero per quello che sta avvenendo in Ucraina. È indicativo che persino paesi come Cuba e Cina non si siano schierati con Mosca, astenendosi.
Il Consiglio d'Europa depositario e custode di principi fondamentali di coesistenza, di rispetto dei diritti umani, di promozione della democrazia e dello Stato di diritto non è rimasto indifferente. Anzi è stato giustamente in prima fila per assicurare una reazione pronta, coesa e forte. Il 25 febbraio 2022 il giorno successivo all' invasione dell'Ucraina da parte delle forze armate russe, il Comitato dei ministri che l'Italia attualmente presiede, ha adottato una decisione eccezionale votando la sospensione con effetto immediato della Federazione Russa dai suoi diritti di rappresentanza nel Consiglio d'Europa, con riferimento al Comitato dei Ministri e alla vostra assemblea.
Il Comitato ha assunto tale decisione ritenendo che, con il suo attacco militare al Ucraina, la Federazione Russa abbia gravemente violato l'articolo 3 dello Statuto del Consiglio d'Europa. Questa è una decisione senza precedenti nella storia della nostra organizzazione, come ha richiamato poc'anzi il ¨residente, resa necessaria da una situazione di eccezionale gravità.
Il 2 marzo 2022 il Comitato dei ministri adottato con urgenza una risoluzione che dettaglia le numerose conseguenze giuridiche e finanziarie della sospensione della Federazione Russa.
Il 10 marzo il Comitato dei ministri adottato una nuova decisione, avviando la consultazione con l'assemblea parlamentare. Oggi e domani siete chiamati ad esprimere il vostro indirizzo, che anche se non vincolante sarà prezioso per le nostre future decisioni.
Allo stato, l'unica reazione delle autorità russe, è stata la nostra amata sempre il 10 marzo dal Ministro degli Esteri Mr. Sergej Viktorovič LAVROV, nella quale si afferma, tra l'altro, che d'ora in poi, citazione: "La Russia non prende parte al tentativo NATO e dell'Unione europea nel trasformare la più antica organizzazione Europea in un altro luogo dove vengano esaltati i mantra della supremazia e del narcisismo occidentale. Lasciamo che si divertano tra loro senza la compagnia della Russia". Fine della citazione.
Ad oggi a questa anticipazione non è ancora stato dato seguito. In precedenza il Comitato dei ministri aveva già condannato con la massima fermezza, l'aggressione armata contro l'Ucraina e aveva esortato la Federazione Russa a cessare immediatamente e incondizionatamente le proprie azioni militari, riaffermando il suo incrollabile impegno per l'indipendenza, la sovranità e l'integrità territoriale dell'Ucraina entro i suoi confini internazionalmente riconosciuti.
Signori parlamentari,
sin dall'inizio della crisi la presidenza italiana del Comitato dei ministri ha agito in stretto coordinamento con assemblea parlamentare e con la segreteria generale.
Le dichiarazioni tripartite emesse l'8 marzo e il 15 febbraio testimoniano della ferma volontà che la nostra organizzazione possa esprimersi con una sola voce di fronte all'abominio di questa guerra e all'attacco sferrato dal governo Russo ai valori e principi in cui ci riconosciamo.
Al riguardo vorrei ricordare che il comitato misto si è riunito la mattina stessa in cui il Comitato dei ministri ha adottato la decisione di sospendere la Federazione Russa. L'incontro ha consentito ai rappresentanti dei 46 Governi di ascoltare le opinioni dei leader dei gruppi politici e di altri membri della vostra assemblea. Soprattutto, ha confermato la convergenza di opinioni tra il nostro comitato e la vostra assemblea sulla sospensione della Russia.
Vorrei esprimere la mia profonda gratitudine al presidente Mr Tiny KOX per la nostra eccellente collaborazione. Al di là delle dichiarazioni congiunte, la Presidenza italiana ritiene essenziale alimentare un canale costante di contatto con lei, signor Presidente, per assicurare coerenza e unità nella nostra azione. In una situazione di crisi come quella che stiamo attraversando, è essenziale che i due organi del Consiglio d'Europa agiscano congiuntamente.
È forte il nostro auspicio che il dialogo tra le tre istituzioni resti costante e approfondito, in vista del prosieguo delle discussioni su ulteriori iniziative del Consiglio d'Europa, valutando con attenzione e approccio unitario l'impatto delle nostre decisioni sul futuro dei cittadini e delle tutele poste a presidio dei loro diritti. In ossequio non solo agli obblighi statutari ma anche soprattutto al nostro sincero convincimento della assoluta utilità di un coordinamento stretto con l'assemblea, ascoltiamo attentamente il dibattito che è in corso in aula e siamo pronti ad accoglierne gli esiti quale contributo alla riflessione in corso in seno al Comitato dei Ministri sulle prossime misure da intraprendere.
Questo dibattito verrà immediatamente avviato subito dopo questa sessione straordinaria dell'assemblea nella seduta del Comitato dei Ministri del 17 marzo.
La nostra Presidenza non potrà non tener conto degli indirizzi e delle valutazioni che emergeranno da questa sezione, anche nel prosieguo della sua azione, del suo programma di presidenza e degli eventi previsti da qui al 20 maggio.
La fermezza della nostra reazione, lo straordinario valore politico dell'impegno di noi tutti a presidio della nostra organizzazione e dei valori che rappresenta non ci allontanano dalla tristezza e desolazione che proviamo.
Desolazione per le terribili sofferenze del Popolo ucraino e per le tante vittime del conflitto, soprattutto bambini e donne. Tristezza perché le azioni della Federazione Russa hanno inferto un grave colpo, spero non decisivo alla nostra ambizione di creare una casa comune Europea e una comunità delle democrazie sempre più forte. Ricordo che al primo vertice del Consiglio d'Europa tenutosi a Vienna nel 1993, i Capi di stato e di Governo degli Stati membri dichiararono che: "L'Europa è la fonte di un'immensa speranza che in nessun caso del deve essere distrutta dalle ambizioni territoriali, dalla rinascita del nazionalismo aggressivo, dal perpetuarsi di sfere d'influenza, da intolleranza o ideologie totalitarie", fine della citazione.
Parole cariche di speranza e di ambizione, parole che devono guidare la nostra azione e le nostre future decisioni.
Da allora il Consiglio d'Europa ha lavorato instancabilmente per mantenere vivo tale auspicio. Insieme abbiamo creato un sistema di tutela dei diritti umani e della democrazia unico al mondo, offrendo garanzie e speranze ai milioni di cittadini dagli Stati del Consiglio d'Europa, inclusi i cittadini della Federazione Russa.
Le gravissime responsabilità della dirigenza della Federazione Russa non devono far venir meno l'esigenza di valutare con attenzione le conseguenze delle misure che adotteremo sul sistema di garanzie che il Consiglio d'Europa ha costruito a tutela dei diritti di tutti i cittadini europei.
Sta a noi continuare il lavoro svolto, senza dimenticare che il nostro fine ultimo è la salvaguardia degli ideali di pace e giustizia su cui si fonda il Consiglio d'Europa, e che sono messi così brutalmente in discussione in questi giorni.
Sono questi ideali che devono guidarci ed ispirarci anche nel fronteggiare la drammatica situazione umanitaria. Con quasi 3 milioni di profughi in fuga dall'Ucraina, secondo i dati dell'UNHCR e il milione e ottocentomila sfollati interni, la fonte è la protezione Ukraine Protection Cluster. Come Italia siamo pronti a contribuire all'impegno europeo e internazionale per assistere l'Ucraina e paesi limitrofi a fronteggiare le difficoltà legate a questi massicci flussi. Non faremo mancare il nostro apporto e ci stiamo impegnando a rispondere in modo adeguato all'appello finanziario delle Nazioni Unite per la gestione della crisi Ucraina.
Il nostro Paese accolto finora circa 30.000 persone in fuga dai combattimenti. Il nostro impegno continuerà concreto solidale in risposta alle necessità, coerentemente con lo spirito di accoglienza che ha sempre caratterizzato l'azione italiana in materia migratoria, in ambito europeo.
Vorrei in questa sede anche ricordare lo straordinario impegno di accoglienza che; come richiamava il Primo Ministro, Polonia, Ungheria, Slovacchia, Repubblica di Moldavia e Romania hanno assicurato ai profughi ucraini. Una testimonianza di profonda umanità e solidarietà. Nello spirito che anima l'appartenenza alla comunità del Consiglio d'Europa.
Parallelamente al potenziamento degli strumenti esistenti, l'Italia ha già messo in campo soluzioni innovative per fronteggiare l'emergenza, come ad esempio l'utilizzo delle strutture immobiliari confiscate alla criminalità organizzata il cui censimento è in via di finalizzazione. Tali strutture, dopo le necessarie verifiche di idoneità, saranno prontamente messa a disposizione.
Oltre 110 milioni di euro di sostegno diretto al bilancio ucraino deliberati il 27 febbraio, abbiamo adottato misure urgenti sul piano umanitario cui si aggiungono ulteriori iniziative sul piano multilaterale. In tale ambito l'Italia sta assicurando il proprio sostegno alle iniziative degli organismi multilaterali attivi in Ucraina e nella regione per prestare assistenza alle persone più vulnerabili.
Oltre al milione di euro devoluto al Comitato Internazionale della Croce Rossa immediatamente dopo l'inizio delle operazioni militari russe sono stati deliberati contributi pari a 25 milioni di euro in risposta agli appelli presentati dal sistema delle Nazioni Unite e dal Movimento Internazionale della Croce Rossa. Si tratta di un pacchetto che contribuirà ad alleviare le sofferenze dei milioni di ucraini in difficoltà sia all'interno del Paese, sia nei paesi confinanti.
Ai contributi finanziari si uniscono anche le donazioni di beni, aiuto prezioso che richiede complesse operazioni logistiche.
Abbiamo fornito tramite la Croce Rossa Italiana 5 tonnellate di kit sanitari, abbiamo spedito lo scorso 7 marzo dalla base di pronto intervento umanitario delle Nazioni Unite di Brindisi un carico di circa 20 tonnellate di materiali umanitari di diverso tipo, che raggiungeranno un centro di raccolta in Polonia.
In questo spirito l'Italia continuerà a dare il suo contributo e a sostenere ogni sforzo, affinché si giunga all'immediata cessazione delle ostilità, a misure umanitarie efficaci e che attenuino in maniera tangibile le drammatiche sofferenze della popolazione.
A questo proposito scalda il cuore vedere come le organizzazioni della società civile e una moltitudine di semplici cittadini e cittadine dei nostri paesi stanno accogliendo i profughi nel tentativo di fornire ogni sollievo possibile.
Come ribadito nel Consiglio dell'Unione europea tenutosi a Versailles nella scorsa settimana, lodiamo il popolo ucraino per il coraggio dimostrato nel difendere il proprio Paese e i nostri valori condivisi di libertà democrazia e stato di diritto.
Come Italia, come Presidenza del Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa, non li lasceremo soli.
Grazie Presidente.
Croatia, EPP/CD, Spokesperson for the group
16:47:15
Il Partito Popolare europeo condanna fermamente l'aggressione della Federazione Russa contro l'Ucraina e domani voteremo la nostra opinione come richiesto dal Comitato dei Ministri.
Quindi signor Sottosegretario, possiamo aspettarci una pronta risposta alla nostra opinione e un'azione pronta da parte del Comitato dei ministri?
Undersecretary of State of the Ministry of Foreign Affairs and International Co-operation of Italy
16:54:14
La seconda domanda di Mr Davor Ivo STIER, rappresentante della Croazia.
La Presidenza italiana condanna e continuerà a condannare ogni tentativo di discredito del Consiglio d'Europa.
Come noi sappiamo attivare una guerra contro un altro paese implica che l'aggressore usi come mezzo di guerra anche la comunicazione, la propaganda. Il modo migliore per reagire rimane la calma, la fermezza e procedere insieme con lo statuto del Consiglio d'Europa. Lo Stato di diritto e anche un modo per rispondere alle aggressioni allo Stato di diritto.
Gli stati membri devono continuare a essere coerenti sui valori comuni e continuare con gli impegni che derivano dall'appartenenza al Consiglio d'Europa. La Federazione Russa deve ricordare che un membro sospeso non può partecipare alla nostra discussione, ma finché è sospeso, e non espulso, deve aderire alle regole, alle norme e ai principi.
Per quanto riguarda la Bosnia, quello che è stato sollevato Bosnia ed Erzegovina, io ho visitato Sarajevo alcune settimane fa, un mese fa, per una visita bilaterale, ma in quella sede ho avuto modo di affrontare con i vari interlocutori il tema della riforma elettorale e delle elezioni.
Io mi auguro, perché sarebbe molto importante per la stabilità in Bosnia ed Erzegovina, che si passi attraverso un processo rapido e condiviso di riforma della legge elettorale. Ma mi auguro anche che si possono tenere le lezioni nella data prevista, perché un rinvio potrebbe innescare una situazione poi più difficile da controllare.
Mi sono raccomandato con gli interlocutori perché con una volontà sincera si possa arrivare sia alla riforma della legge elettorale che alla tenuta delle lezioni dei tempi previsti.
Undersecretary of State of the Ministry of Foreign Affairs and International Co-operation of Italy
17:11:05
Grazie signor Presidente,
ma per quanto riguarda la domanda dell'onorevole Ms Nicole TRISSE, ho perso il cognome, comunque dalla Francia, la prima domanda che era stata posta. Le iniziative concrete ovviamente come sapete, è difficile pensare oggi di riuscire avere un iniziativa concreta come tutti vorremmo in grado di incidere nel momento in cui c'è uno sforzo bellico di questo tipo.
Questo però non vuol dire che non si stia lavorando, la deputata citava anche l'iniziativa a lungo termine. C'è un quadro giuridico che ci consente attraverso la Presidenza, il Segretariato generale, la Presidenza dell'assemblea, noi ci siamo rivolti alle autorità russe per l'attuazione delle interim measures, decise dalla Corte europea dei Diritti dell'Uomo, e questo avrà comunque conseguenze, quali che siano le decisioni dell'autorità russa.
Questo lo collego all'ultima domanda, quella del signor Mr Antonio GUTIÉRREZ LIMONES dalla Spagna: che azioni per proteggere i cittadini russi nel caso di una fuoriuscita completa della Russia dal Consiglio d'Europa e quindi anche dalla Corte dei Diritti Umani.
Questo è un tema che ci siamo posti, che credo chiunque di noi debba porsi, ovviamente però noi sappiamo che in tutti questi anni la leadership russa, le autorità russe, il sistema giudiziario russo non ha mai rispettato le sentenze della Corte, quindi purtroppo i cittadini non sono stati effettivamente i cittadini russi che si fossero rivolti alla Corte europea dei Diritti dell'Uomo, non hanno ricevuto in patria un'effettiva protezione dei loro diritti umani fondamentali. È evidente quindi che da questo punto di vista la valutazione che va fatta è una valutazione complessiva.
Purtroppo non è stato nemmeno fino ad oggi uno strumento efficace di protezione dei diritti umani, abbiamo visto in questi giorni, in tutti questi giorni gli arresti, le detenzioni arbitrarie, le più palesi violazioni della libertà di parola, di espressione, di manifestazione nelle principali città russe, Mosca, San Pietroburgo ma non solo, anzi consentitemi di cogliere questa occasione anche per esprimere, da promotore e difensore dei diritti umani, per esprimere la mia gratitudine oltre che la mia ammirazione per le persone che in Russia protestano pacificamente. Semplicemente mettendo dei cartelli, sapendo che per questo rischiano di essere arrestati, così come esprimere la mia ammirazione per i cittadini i cittadini ucraini che hanno la forza di manifestare pacificamente davanti ai carri armati e ai soldati dell'occupazione russa, magari come succede in alcune città chiedendo che venga liberato il legittimo sindaco di quella città che è stato arrestato.
Abbiamo come Comitato dei Ministri, c'è la richiesta del comitato dei ministri di liberare Mr. Alexei NAVALNY, che sta continuando la sua iniziativa di sostegno alle iniziative di mobilitazione della pubblica opinione. La nostra richiesta all'autorità russe è stata, ahimè, completamente ignorata.
A proposito della domanda di Mr Emanuelis ZINGERIS dalla Lituania, a proposito della possibilità di sostenere l'attività delle associazioni europee e che si occupano di bambini: cosa viene di questi bambini. Io posso dire che sul piano, ad esempio dei paesi dell'Unione europea, è stata attivata una direttiva, la Direttiva europea numero 55 per i rifugiati in condizioni straordinarie. Questa direttiva consente di concedere un visto pieno a queste persone semplicemente perché provengono in questo caso dall'Ucraina, un visto che poi può essere prorogato, e che consente di lavorare, di accedere alla sanità e consente ai bambini di andare a scuola.
Questo è importante, non è ovviamente così semplice organizzarlo, ma per esempio, parlo per quel che riguarda l'Italia, i bambini appena arrivano vengono accolti nelle scuole italiane: poi si tratterà di intervenire, in modo che non perda la dimestichezza col tema dell'istruzione, poi si tratta di organizzare nella pratica l'inserimento scolastico di questi ragazzi.
Per quanto riguarda la domanda di Mr Arkadiusz MULARCZYK dalla Polonia, approfitto per testimoniare anche qui la mia gratitudine, la nostra gratitudine anche come Comitato dei Ministri per quello che, in particolare, la Polonia sta facendo in termini di accoglienza per i rifugiati. È chiaro che al momento la parte più consistente del lavoro di accoglienza, il carico maggiore è sulla Polonia, poi certamente anche sugli altri Paesi confinanti che citavo prima.
Cosa fare per risparmiare vite e come utilizzare i beni confiscati a favore dei profughi. Dicevo che in Italia stiamo pensando di usare i beni confiscati alla mafia, alla criminalità organizzata, c'è un tema che è stato posto ad esempio, in primo luogo dal Governo inglese, che anche io ho posto per il Governo italiano, di utilizzare le risorse confiscate, in un quadro che deve essere rispettoso dello Stato di diritto perché non noi dobbiamo muoverci secondo le regole dello Stato di diritto e le leggi vigenti ma, come lei diceva, c'è un avanzamento alla rifrazione proprio nei paesi di confisca, penso all'Italia, alla Gran Bretagna, di come usare i beni confiscati a vantaggio dei rifugiati. In questo momento o magari in prospettiva, come diceva lei, per partecipare alla ricostruzione del Paese. Ricostruzione che dovrà essere una ricostruzione di un Paese libero, democratico e basato sullo Stato di diritto.
L'ultima risposta: quali altre opzioni possibili. Naturalmente io non voglio in alcun modo essere reticente, ho una mia personale idea molto precisa su quello che bisogna fare, ma esercitando la Presidenza del Comitato dei Ministri naturalmente ,questa è una decisione che prenderà il Comitato dei Ministri e ci tengo a ribadire in conclusione, che il Comitato dei Ministri, almeno per quel che riguarda la Presidenza, ma penso di interpretare l'opinione assolutamente maggioritaria, terrà in grandissima considerazione la richiesta che arriverà dall'assemblea parlamentare. Se questa richiesta sarà dell'espulsione.
Quindi in vista della riunione del Comitato dei Ministri che si terrà il 17 di marzo noi aspetteremo. Ho capito che ci sono già dei testi, ma insomma Signor Presidente noi aspetteremo naturalmente che domani la plenaria adotti una risoluzione e prima di muoverci naturalmente, prima di prendere una decisione, considereremo innanzitutto il vostro parere.