Grazie Presidente,
Onorevoli colleghi, innanzitutto lasciatemi esprimere la mia solidarietà alle nostre colleghe ucraine presenti in sala che abbiamo potuto ascoltare poco fa, e i nostri colleghi ucraini che sono dovuti rimanere in patria. Vi siamo sentitamente vicini.
In rapporto al nostro esame, per cui ringrazio la relatrice, è del tutto condivisibile e rappresenta lo stato di una ricostruzione dettagliata degli avvenimenti drammatici che si sono sviluppati sotto i nostri occhi.
Non abbiamo dubbi circa il fatto che vi siano un aggressore e un aggredito, e che la nostra solidarietà vada a chi subisce i bombardamenti e ha le truppe di un altro paese sul proprio territorio.
L'invasione deve cessare, la diplomazia deve vincere: va trovato al più presto un accordo politico e predisposti nel frattempo tutti gli strumenti che occorreranno per ricostruire l'Ucraina. Kiev avrà bisogno dei nostri aiuti.
La nostra speranza riguarda anche le sorti dei rifugiati in fuga dalla guerra, essenzialmente anziani donne e bambini, per i quali mio paese, l'Italia, sta aprendo le proprie porte con l'accoglienza, e a cui dovremmo offrire riparo per tutto il tempo loro necessario. La pace servirà anche a restituirli alle loro case e agli uomini rimasti in patria per le necessità della difesa nazionale.
Concordiamo sulla decisione di sospendere la Russia da questo nostro consesso ed anche riteniamo importante che si studi come attuare le previsioni dell'articolo 8 del nostro statuto, relative al ritiro della delegazione degli Stati membri che non sia opportuno facciano parte più del Consiglio d'Europa.
Dobbiamo tuttavia anche avere il coraggio di guardare oltre, alla ricostruzione, non solo di ciò che è stato distrutto ma anche del tessuto connettivo tra i popoli che viene ora così tragicamente lacerato. Ogni provvedimento che assumiamo deve essere quindi temporaneo e contingente, legato alla situazione che i russi hanno determinato scatenando il loro attacco. Dobbiamo dire che le porte di tutte le organizzazioni multilaterali come la nostra rimarranno aperte anche al popolo russo, alla Russia, ma ad una Russia diversa, che cambia atteggiamento (e possibilmente anche ordine politico interno) per dar voce alle generazioni che non desiderano la violenza, ma piuttosto l'integrazione del loro Paese nel sistema internazionale. Generazione il cui futuro viene compromesso esattamente come quella dei giovani ucraini che si trovano dall'altra parte.
Nel frattempo il nostro consesso dovrà rimanere una sede di confronto e di dialogo: se non con i russi, almeno con i bielorussi che non sono ancora coinvolti nell'operazioni e ci auguriamo caldamente che ne restino fuori.
Il Consiglio d'Europa è nato come espressione di un progetto di pace mentre sull'Europa calava già la Cortina di Ferro, ne sta scendendo un'altra.
La nostra funzione è più importante che mai. Dobbiamo continuare a credere nell'ideale di una pace paneuropea in cui tutti i popoli del nostro continente possono perseguire liberamente la propria realizzazione e nella quale ogni individuo possa cercare liberamente la propria felicità.
Grazie.
Buongiorno a tutti spero che mi sentiate.
Mi sente Presidente?
Potete sentirmi?
Buongiorno a tutti colleghi,
grazie Presidente per la parola.
Io intervengo, legandomi un po' a quello che sarebbe stato anche il mio intervento di ieri.
Purtroppo la situazione politica che ci troviamo ad affrontare è assolutamente disarmante e sconvolgente per tutti, noi soprattutto per la nostra istituzione, che si fonda sui principi dello Stato di Diritto, della democrazia, delle libertà individuali.
E' importante, proprio per questo motivo, che il Consiglio d'Europa abbia preso una decisione immediatamente, la prima istituzione, forse, ad aver preso una decisione così importante in poco tempo.
La domanda pero' che io vorrei sottoporre all'Assemblea, e quindi lasciare anche ai colleghi e in discussione al resto delle delegazioni è questa: A mio avviso dovremmo iniziare a riflettere anche su quali possono essere le ripercussioni dell'appartenenza della Russia al Consiglio d'Europa, relativamente all'adesione alla CEDU.
I diritti che noi difendiamo, noi stiamo continuando a difenderli. Loro purtroppo hanno violato alcuni dei principi fondamentali della nostra istituzione, ma questo non deve accadere da parte nostra. Questo per dire cosa? Per dire che credo che sia fondamentale continuare a sottolineare le gravissime violazioni che sono in corso oramai da più di 2 settimane, ma allo stesso tempo cercare di tutelare quanti più cittadini possibili attraverso la procedura binding della CEDU.
Credo che questo sia fondamentale, e voglio appunto lasciarlo all'assemblea come un pensiero aperto che può essere sicuramente sviscerato e discusso durante questa giornata di riflessione.
Grazie.
Pronto, grazie, mi ascoltate, sì?
Grazie Presidente, io mi scuso se mi collego on-line ma oggi il nostro Parlamento vota il decreto di aiuti all'Ucraina e quindi devo essere qui per votare. Mi collegherò on-line anche per votare la nostra risoluzione.
Io credo che la decisione che stiamo assumendo è una decisione assolutamente necessaria e inevitabile. Non c'è nessuna giustificazione a quello che ha fatto Putin, la Russia non ha ricevuto nessuna minaccia né dall'Ucraina, né dall'Europa, né dagli Stati Uniti, né dalla NATO.
La Russia sta stracciando tutti gli accordi che prevedono il rispetto dell'integrità territoriale degli Stati, la loro indipendenza, loro sovranità. E' assolutamente assurdo voler ripristinare la teoria della sovranità limitata, una sfera di influenza che subordina la sovranità degli stati confinanti con la Russia agli interessi della Russia.
E infine c'è soprattutto il fatto che questa guerra sta violando ogni diritto umano, ogni diritto civile, in una aggressione che non ha nessuna giustificazione. Per questo io penso che sia assolutamente inevitabile e necessaria la decisione di escludere la Russia dalla nostra organizzazione e di chiederle di ritirarsi.
E' inevitabile e necessario, e io naturalmente come tutti la voterò questa sera questa decisione, non significa però non vedere anche una serie di questioni e di problemi che rimangono aperti. Rimane aperto il problema della tutela dei cittadini russi di fronte alla Corte di Giustizia, rimane aperto il rischio di un isolamento dell'opposizione democratica, quell'opposizione che in questi giorni, in queste settimane, ha dato luogo a tante manifestazioni contro la guerra rendendo visibile che Putin non è riuscito neanche a consolidare il consenso interno come si proponeva. Rimane aperto un problema di rappresentatività della nostra organizzazione, che è l'organizzazione che riunisce i 47 Paesi del continente europeo e che può agire ed è efficace in quanto abbia una rappresentanza universale.
Quindi noi piglieremo questa sera la decisione. Ripeto questa decisione è inevitabile e necessaria, perché è in gioco la nostra credibilità e sono in gioco i valori fondamentali della nostra organizzazione. Dovremmo individuare quali possono essere gli strumenti per garantire in qualche modo la tutela dei cittadini russi di fronte alla Corte di Giustizia, e soprattutto, come mantenere aperti dei canali di relazione con la società civile russa e con le forze di opposizione.
Grazie a lei Presidente.
Signora Presidente,
non è facile parlare oggi, in quest'aula parlare dopo le parole che abbiamo sentito, parlare ed essere all'altezza di queste bambine che sono qua dietro a noi, e pensare se è questo il mondo che abbiamo creato, per citare un grande artista europeo.
Se è un mondo in cui ancora le bambine e i bambini muoiono, a pochi chilometri da noi, sotto le bombe, come pensavamo che non sarebbe successo più, perché quando è nata questa istituzione, in questa città, che una città martire, è una città che è stata sotto le bombe, a pochi km da qua c'era un confine, ed è il confine in cui, per due volte le nazioni del mondo si sono uccise tra loro.
E poi quando è nata questa istituzione, in questa città, abbiamo veramente creduto che quel confine non avesse più ragione d'essere. L'ho attraversato questa domenica, questo confine, e nemmeno ti accorgi più, se non perché cambia il segnale del cellulare.
Ecco noi saremo altezza di questo? Noi oggi prendiamo atto di un fatto drammatico: c'è una risoluzione che contiene un fallimento; e che contiene però anche delle parole di speranze e degli impegni, degli impegni di aiuto.
Io testimonio come nel mio Paese, in queste ore, tante persone che conosco si muovono, organizzano aiuti, prendono le loro macchine, i loro pullman, i loro camper, le loro vacanze, per andare in Polonia, in Ucraina ad aiutare queste persone.
Questo è il pezzo dell'umanità che noi dobbiamo rappresentare, dobbiamo pensare e dobbiamo capire se siamo in grado di creare un Consiglio d'Europa che sappia unire questi popoli, in questo modo, che sappia dire definitivamente "No", non solo alla guerra, ma a ciò che la guerra crea, cioè alle dittature e ai dittatori.
Noi abbiamo approvato una risoluzione, qualche mese fa in questa assemblea, sul diritto alla conoscenza che diceva qualche cosa di importante: cioè che noi dobbiamo dare ai popoli gli strumenti per scegliere chi li guida, per scegliere bene chi li guida.
Noi dobbiamo cacciare il nazionalismo da tutte le comunità europee e costruire qualche cosa di nuovo insieme. Ecco, oggi inizia un cammino: la guerra in Ucraina deve finire domani e ogni giorno è una vittima in più. E finita questa guerra noi dovremmo provare a costruire sulla consapevolezza di questa esperienza qualche cosa di nouvo.
Io sono stato a Sarajevo qualche anno dopo aver aiutato quelle persone durante la guerra, perché l'Italia è stata generosa in quel caso, come è stata generosa oggi sull'Ucraina. Noi non abbiamo imparato quella lezione.
Qualcuno ha citato Mikhail Gorbachev, noi in quegli anni, a cui va il mio personale omaggio a questa grande straordinaria figura, noi non siamo stati all'altezza del suo messaggio. E allora, colleghi, e chiudo davvero, proviamo ad essere all'altezza del momento storico che stiamo attraversando e facciamolo per queste due bambine che sono qua di fianco a me.
Cari colleghi,
comincerò dicendovi un proverbio russo che noi in Romania conosciamo molto bene che dice così "Combatteremo per la pace finché non rimarrà pietra su pietra". Adesso potete capire molto bene quello che ha detto il Ministro Mr. Sergej Viktorovič LAVROV, che non si tratta di un attacco all'Ucraina, ma si tratta, io lo so, di una cosa per poter ristabilire la libertà dei russi.
Che vi posso dire: praticamente la Federazione Russa, tramite l'aggressione militare contro l'Ucraina, ha rinunciato chiaramente agli obblighi e agli impegni assunti dal momento dell'adesione al Consiglio d'Europa. Praticamente è uscita da sola fuori.
Stiamo parlando purtroppo di un Paese per il quale il rispetto dei valori democratici, l'integrità territoriale statale e le relazioni di buona vicinanza rappresentano soltanto delle parole senza contenuto: fatti dimostrati nel 2014 tramite l'aggressione e l'annessione illegale della Crimea e ulteriormente tramite la formazione delle cosiddette repubbliche di Donetsk e Lugansk, e adesso in questo momento, con la di riconferma nei termini più pesanti, tramite l'aggressione militare contro l'Ucraina.
Non parliamo di una "operazione militare speciale" così non abbiamo parlato di una operazione militare speciale quando i Nazisti sono entrati nell'Unione Sovietica: non è stata un'operazione militare speciale.
I Nazisti non sono entrati per "debolscevizzazione" dell'Unione Sovietica, ma per fare dei crimini.
E così anche adesso non possiamo avere due misure in quello che diciamo. E noi tutti non siamo delle persone senza cervello, capiamo esattamente quello che sta succedendo in quella parte: un grande numero dei cittadini russi, così come lo sapete anche voi, sono arrestati perché hanno voluto dire un'opinione, perché hanno voluto praticamente difendere la libertà dei loro fratelli ucrainI. Perché perché sono fratelli.
D'altra parte le immagini che vediamo ogni giorno in Ucraina sono in terrificanti, con un forte impatto emozionale, quadri di vita che hanno generato persino in Romania una mobilitazione esemplare da parte delle autorità e soprattutto della gente comune, che ha capito molto bene quanto sia importante essere solidali verso i tuoi simili che scappano dalla guerra.
Abbiamo ancora bisogno della solidarietà per tutti, però più che mai abbiamo bisogno di fermare questa guerra sanguinosa ed assurda che comunque non aumenterà l'influenza della Federazione Russa, come spera il folle leader del Cremlino, ma che, al contrario, lo spingerà all'isolamento più profondo a livello internazionale.
Dobbiamo fare tutto e di più per riportare la pace in Ucraina e in Europa e nel mondo.
Grazie
Presidente,
Colleghi,
è un momento molto triste e difficile della nostra storia. E' in discussione il modello di società che abbiamo sognato e costruito insieme, c'è da dimostrare con scelta e comportamenti da che parte stiamo.
Siamo a fianco del popolo ucraino è stato aggredito senza se e senza ma, impegnati perché si possa ristabilire la pace e nell'accogliere le persone in fuga dalla guerra. Non abbiamo dubbi: in questo momento non ci sono le condizioni minime perché la Federazione Russa continui a far parte del Consiglio d'Europa e ci sono questioni su cui dobbiamo riflettere per costruire e preservare il nostro futuro.
Noi ci dobbiamo interrogare su come il Consiglio d'Europa può aiutare a difendere e a ristabilire la pace, a rispettare i diritti umani e lo Stato di diritto in una situazione come questa. Dobbiamo lavorare per fare in modo che vi siano politiche comuni tra gli stati per l'accoglienza di tutte le persone che fuggono dai paesi in guerra come l'Ucraina verso un futuro senza certezze, e dobbiamo anche chiederci come potrà il Consiglio d'Europa aiutare i cittadini russi che si stanno coraggiosamente opponendo alla guerra e al regime autoritario di Putin.
Noi non possiamo rinunciare all'idea che un giorno la Russia torni a far parte del Consiglio d'Europa e che lo possa fare perché pratica i valori alla base della nostra istituzione. Sappiamo che le difficoltà mettono in crisi i sogni e gli ideali di tutti e di ciascuno. Dobbiamo però sapere che solo se ci stringeremo attorno ai valori che ci tengono insieme qui e oggi potremmo superare le difficoltà che stiamo affrontando.
Grazie.