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vendredi 12 avril 2019 matin

2019 - Deuxième partie de session Imprimer la séance

Vidéo(s) de la séance 1 / 1

Ouverture de la séance n°18

Débat: Don anonyme de sperme et d’ovocytes: trouver un équilibre entre les droits des parents, des donneurs et des enfants

Vote : Don anonyme de sperme et d’ovocytes: trouver un équilibre entre les droits des parents, des donneurs et des enfants

Débat : Médias sociaux: créateurs de liens sociaux ou menaces pour les droits humains ?

M. Roberto RAMPI

Italie, SOC, Porte-parole du groupe

11:26:55

Signora Presidente, colleghe e colleghi,

ringrazio il relatore per l'ottimo lavoro che ha svolto la commissione, gli uffici della commissione, e per il livello di approfondimento.

Con questa relazione oggi proviamo ad entrare in un mondo. Lo facciamo senza eccedere nella paura, ma anche senza rinunciare al ruolo che dobbiamo svolgere. Mi ha colpito molto che durante questo percorso, proprio la scorsa settimana, lo stesso Mark Zuckerberg, abbia chiesto per la prima volta ai Paesi, agli Stati, di intervenire meglio, con un miglior sistema di regolamentazione per la rete.

È un fatto significativo e importante, perché credo che rappresenti quello che è successo, quello su cui ci dobbiamo concentrare. Non dobbiamo avere paura degli strumenti, però le reti sociali non sono solo degli strumenti. Sono qualche cosa di più. Le reti sociali sono un nuovo pezzo di mondo. È come quando si è scoperta l'America, come quando si è andati per la prima volta in un nuovo continente.

Sono un mondo che oggi è in una condizione che a me piace chiamare "feudale". Come nell'era del Feudalesimo, chi è proprietario dei terreni comanda e decide quali sono le regole. Chi ha la forza di farlo comanda e decide quali sono le regole.

Noi dobbiamo produrre la transizione verso la democrazia anche in quelle nuove terre costituite dai social media. Come è successo nella nostra Europa e nel mondo, dal Feudalesimo, in un lungo cammino - e con ancora tante questioni aperte, come vediamo in quest'Aula - siamo passati a un'era in cui i diritti dei singoli e dei singoli insieme, dei gruppi organizzati, sono via via cresciuti in un equilibrio sempre difficile tra sicurezza e libertà, tra protezione e libertà, che però è la grande sfida della democrazia.

La stessa cosa dobbiamo produrre dentro i social media, lasciando il massimo di libertà possibile ad ogni singola persona e sfruttando profondamente anche tutte le opportunità tecnologiche - nella relazione se ne parla molto bene - che questi nuovi strumenti ci danno; sfruttandole tutte, ma avendo l'attenzione e la cura di proteggere anche e soprattutto i più deboli, le persone meno consapevoli.

Credo che su questo dovremmo tornare, perché la grande battaglia dentro i social media è quella della consapevolezza, della possibilità di rendersi conto veramente di che cosa stiamo facendo. Quando siamo in rete, quando concediamo i nostri dati personali, quando pubblichiamo una fotografia o mettiamo a disposizione immagini personali, stiamo consegnando a qualcuno una parte di noi e lo dobbiamo fare con grande consapevolezza.

Vengo all'ultimo tema - e ringrazio il mio gruppo per avermi chiesto di argomentare - fa proprio parte della nostra cultura: nessuna paura del progresso, nessuna paura della modernità, ma la convinzione che i gruppi associati ai collettivi e che gli Stati, i Paesi associati, devono porre le regole perché la libertà non torni contro i cittadini stessi che l'hanno promossa.

Ricordiamoci perché siamo in rete, ricordiamoci che per molte di queste aziende siamo un oggetto che produce denaro e difendiamo la nostra libertà. Grazie. 

Vote : Médias sociaux: créateurs de liens sociaux ou menaces pour les droits humains ?

Débat libre

M. Roberto RAMPI

Italie, SOC, Porte-parole du groupe

12:22:35

Signora Presidente, colleghe e colleghi,

il nostro gruppo presta molta attenzione, e si è impegnato in diverse occasioni, al tema della libertà di informazione, della qualità dell'informazione e della libertà dei media. 

Intervengo oggi a proposito di una dichiarazione scritta che abbiamo depositato, che hanno firmato molti colleghi e che riguarda una radio particolare italiana: Radio Radicale.

Radio Radicale nasce negli anni '70, come molte altre radio libere in Italia. Inventa, tra le prime, la rassegna stampa. Per la prima volta dà la diretta delle voci del Parlamento, della Camera e del Senato. Trasmette in diretta i Congressi di tutti i partiti, le voci dentro al palazzo, ma anche quelle fuori, delle associazioni e le interviste a tante persone. Negli anni '90 diventa poi, con una convenzione con lo Stato italiano, una radio riconosciuta tramite un bando e riceve un finanziamento pubblico. Non trasmette pubblicità, ma solo le voci, le voci di tutti.

Nella legge di bilancio approvata in Italia questo dicembre, tra l'altro in una maniera che non ha permesso ai parlamentari di approfondirla, è stato tagliato di metà il contributo a Radio Radicale. Questo significa che se nulla interverrà, nel prossimo mese di maggio, il lavoro di questa radio finirà.

Mi sembra importante sollevare questo tema in quest'Aula per due ragioni: da un lato, perché da qui possa partire - e così è stato con la firma di tanti colleghi di gruppi diversi e di Paesi diversi - un appello al governo italiano perché ci ripensi, perché trovi la forza e l'intelligenza di capire quanto sia importante anche per loro che esista uno strumento di informazione come questo; dall'altro lato, per far conoscere a tutta l'Assemblea la particolarità di uno strumento come questo.

Tra l'altro, è uno dei pochi strumenti che nel mio Paese dà voce a tutto ciò che succede nel mondo. Dà voce agli ultimi, agli uiguri, ai tibetani, alle minoranze in Cina, in Russia e in tanti altri Paesi.

È uno strumento di informazione che non è nuovo, come tanti social media, anche se oggi Radio Radicale non è più solo una radio. Oggi Radio Radicale è un sito internet, è uno straordinario archivio. Se andrete a vederlo, troverete anche molte delle cose che avvengono qui, ed è uno dei pochi luoghi dove questo succede.

Per questo credo che insieme, tutti noi a cui sta a cuore la democrazia, dobbiamo sapere che l'informazione libera è  la base, il pilastro, la precondizione della democrazia. Grazie.

Rapport d'activité du Bureau et de la Commission permanente (suite)

La session est levée à 12h55